“La Vita che Volevi”: una storia trans italiana in arrivo su Netflix.

Se pensate sia una review, state sereni non lo è. Impossibile per me fare una recensione di una miniserie avendo visto solo due puntate e il trailer. Ad ogni modo, La vita che volevi, arriva al momento giusto in Italia dove ancora nel 2024 il paese è ancora diviso tra blu per il maschietto e rosa per la femminuccia.

Gloria, la protagonista de “La Vita che Volevi”, ha trovato la felicità nella pittoresca città di Lecce, dove ha fondato una piccola agenzia turistica e ha costruito una vita serena con il suo compagno Ernesto. Tuttavia, il suo equilibrio viene sconvolto dall’arrivo di Marina, una vecchia amica dell’università di Napoli, un tempo prima che Gloria iniziasse il suo percorso di transizione.

Marina non arriva sola: con sé porta Andrea e Arianna, figli nati da due diverse relazioni, ed è incinta di un terzo figlio, il cui padre è Pietro, un giovane dal carattere pericoloso.

La vita che volevi

Gloria, che vorrebbe mantenere le distanze da Marina per non ricordare un passato che desidera dimenticare, si trova presto invischiata nei segreti che Marina nasconde. A complicare ulteriormente la situazione, giunge Sergio, il padre di Arianna, un uomo duro e diffidente nei confronti di Gloria.

Per Gloria è giunto il momento di confrontarsi con “la vita che voleva”, il suo passato e il suo futuro, per scoprire che la felicità può arrivare in forme inaspettate e che l’amore è la forza che rende la vita degna di essere vissuta.

“Gloria è la protagonista della nostra storia e ci siamo innamorati di lei fin dal principio. Abbiamo voluto raccontare la storia di una donna transgender, lontana dagli stereotipi, vera, fatta di carne e sangue, piena di sfumature e contraddizioni. È da lei che siamo partiti per ideare la serie. È stata Gloria a guidarci e noi a seguirla.

L’abbiamo immaginata mentre camminava sicura per le strade di Lecce, una donna matura e realizzata, o nel passato, quando da giovane si divideva tra gli studi all’università di Napoli e le serate in discoteca, esibendosi in drag per guadagnare soldi e completare la sua transizione.

Accanto a lei, attraverso tante stesure e confronti, abbiamo costruito il suo mondo fatto di amori, affetti, lavoro, amicizia e famiglia. Non solo la famiglia d’origine, ma anche una nuova famiglia, inaspettata e non immaginata, che irrompe nella sua vita sconvolgendola. Il passato torna a presentare il conto, rappresentato da un figlio nato non per caso, ma per amore.

Questo è il tema che ci interessava esplorare: la possibilità inaspettata per Gloria di mettersi nuovamente in gioco, di fronte all’opportunità incredibile di poter essere madre, e di vivere una vita ancora diversa da quella che aveva immaginato.” raccontano la sceneggiatrice Monica Rametta e il regista Ivan Cotroneo.

La trasformazione di una storia scritta in immagini e scene è un’impresa di grande responsabilità. Quando inizia la preparazione, ci si sente responsabili del lavoro fatto e di quello che verrà, del tempo richiesto a tutte le persone coinvolte.

LA VITA CHE VOLEVI

La creazione con Monica Rametta ha fissato molti punti fermi, a cominciare dalla protagonista: Vittoria Schisano si è imposta con forza per talento e aderenza al personaggio.

Il mondo di Gloria ha preso forma gradualmente, con il calore ma anche il dolore, spettacolare nei paesaggi e intenso nei primi piani. Raccontare la visione è stato l’unico modo per condividere un’idea di rappresentazione. La serie è il risultato del lavoro di gruppo, dall’amore e dalla creatività di tutti. Gli attori hanno donato il loro talento ai personaggi, rendendo viva la storia. La gratitudine è un sentimento essenziale e va ricordato sempre, perché nel cinema e nelle serie, l’amore e la creazione sono di tutti.

“La Vita che Volevi” non è solo una serie, è il frutto di un lavoro collettivo di autori e artisti, uniti nel desiderio di creare qualcosa di speciale e unico.

Questa miniserie di sei puntate, in uscita su Netflix il 29 maggio, rappresenta un momento significativo per la rappresentazione delle persone transgender nella televisione italiana. In un periodo storico particolarmente turbolento in Italia, dove i diritti delle persone LGBTQ+ sono spesso sotto attacco, la storia di Gloria offre un messaggio potente di resilienza, amore e accettazione. La sua presenza sugli schermi non è solo un traguardo per la visibilità transgender, ma un richiamo alla comprensione e all’inclusione in un mondo che ne ha un disperato bisogno.